Poesie
L’esperienza, che come il mare sa essere dolce e soave, piacevole a vedersi ed essere raccontata da altri, ma allo stesso tempo dimostra tutta la sua forza e maestosità, allorché sia pienamente vissuta e manifesti nella vita di tutti i giorni i suoi concreti effetti. Tutto questo è racchiuso dal titolo, come dall’intera raccolta, che si snoda attraverso una fitta serie di aforismi, tratti dalla quotidianità, per giungere fino alle poesie, vero fulcro dell’opera medesima. Dopo le prime esperienze nel campo della poesia, quest’ultima si configura con una nutrita serie di componimenti, derivati quasi tutti dalla vita vissuta, che abbracciano un lungo e meditato arco di tempo, di circa dieci mesi, che, oltre all’influsso della terra italiana e delle molteplici esperienze qui vissute, ha subito il decisivo influsso della terra straniera: la Germania, e non solo. Dopo circa sei mesi di Erasmus nella bella e ospitale città di Colonia, la produzione si è arricchita mese dopo mese ed ha aggiunto quel tocco di esoticità e di estraneo che forse fa la differenza, ma che tuttavia è capace di trovare parecchi punti di contatto con la nostra cultura. È questo che si cerca anche di trasmettere nei componimenti, a volte acutamente costruiti in struttura, metrica e ritmica, quasi con l’intento di trovare un guizzo e attirare il lettore nelle reti del ritmo, altre volte liberi e profondi, dettati dalla semplice ispirazione del momento, ma egualmente sentiti e realistici. Rispetto alle prime pubblicazioni, insomma, si nota una certa crescita, poetica e spirituale: ed è questa la cosa più importante, ovvero cercare sempre di perfezionarsi e concedere al pubblico di lettori il meglio, in modo da far apprezzare senza riserve e in tutta la sua veridicità non solo la poesia di per sé, ma soprattutto il messaggio che essa vuole trasmettere.
La gioventù
Lieta e spensierata al mondo ti poni,
Accesa oltre misura di speranza,
Giuliva e tanto piena d’illusioni.
Inneggi al verde tempo con costanza
O ignara di fatiche e patimenti
Veggendo i tardi tempi a distanza.
E mentre ti destreggi tra le genti
Naufragi attorno a te, paure e crisi
Ti sfiorano la pelle ma non senti,
Un mucchio però offri di sorrisi.
La felicità
Laddove nascano frequenti dubbi
Amletici intorno alla tua natura
Fugace e repentina come vento
Etereo che tosto si dilegua,
La deforme torma d’eccelse menti
Indica astratti e fallaci sentieri,
Cercando la tua sede chissà dove,
Inconscia dell’essenza veritiera
T’assegna ad ogni sorta di chimera,
Attende invero invano che ti sveli.
Libertà
Libertà, è molto arduo
definir precisamente cosa sia:
racchiudi al tuo interno
un significato così profondo ed elevato
che chilometri di pagine
anche del tessuto più curato
non sarebbero sufficienti ad esprimerlo.
Libertà, ti vedo attraverso un branco
di leggiadri ronzini
che galoppano per le distese erbose.
Libertà, ti penso mentre allegri
in un parco fiorito a primavera
saltellano dei cani
e curiosi si annusano.
Libertà, sento il tuo profumo
quando gli aquiloni screziati
danzano in cielo
guidati dalle tenere mani
di innocente gioventù.
Libertà, mi sovvieni
alla vista di un delfino
che guizza spensierato nell’acqua cristallina
e dalla riva si scorge la sua ombra
sul filo dell’orizzonte.
Libertà, una rondine vola nel cielo
ceruleo d’autunno
e ti cerca in nuove contrade,
piena di speranza.
Libertà, sembra riflettere il tuo nome
la luna piena
che si innalza nel buio della notte
e risplende in tutto il suo bianco candore
noncurante di ciò che accade altrove.
Libertà, sei talmente preziosa
per la vita di ciascuno
che è impossibile racchiuderti
in così poche e soavi visioni.
E quale che sia il tuo luogo prediletto,
non porrò mai fine
alla fondamentale ricerca e al pensiero di te.
Incanti di Sardegna
Tra la serena quiete di rocce maestose
Si staglia un paesaggio variegato
In cui domina indiscusso
Il limpido mare.
In esso si rimira e si specchia
L’enorme terra rettangolare
Che s’erge solitaria da immemore tempo;
sfuggita a tumultuose vicende
che l’avvolsero nelle immeritevoli spire
d’ingordi padroni,
inneggia alla libertà
issando orgogliosa il vessillo, patriottico onore.
I timidi rai dell’aureo astro
La cingono come ghirlanda di freschi ginepri
Sul capo d’una giovine pulzella.
Così immersa nelle sue grazie naturali
Si culla, fiera e immortale, nel limpido mare.
Mare nostrum
Corpi, corpi esanimi e straziati
ovunque.
Occhi smarriti e stralunati
di chi resta
e attende sconsolato
soltanto un gesto
o una preghiera
in cui attecchisce
una minuscola scintilla
che infonde negli anfratti più reconditi
del cuore
un barlume di speranza.
Ah, quanta angoscia,
che atroce supplizio
il solo pensiero
di una simil condizione!
Qual è la ragione?
Nessuna se ne trova
allorché si consideri
un assunto assoluto:
siamo tutti umani.
Riccio di mare
O riccio, tu, mio bel riccio di mare
che ti culli dolce in mezzo agli scogli,
silente ascolti del mare i rigogli,
dai raggi del sole ti fai scaldare.
Quand’ecco s’aggirano in acqua lesti
i teneri piedi di gai fanciulli:
sono impegnati in ludici trastulli
inconsci d’esserti alquanto molesti.
Tu ti spaventi e ti chiudi a difesa
temendo la foga d’un sol momento,
irti gli aculei ergi a minaccia.
S’ode così il nome bestiaccia
da bocche in preda a paura e sgomento,
sprezzanti te, creatura incompresa.
"Gli animali attaccano per lo più per istinto di auto-conservazione, non altrettanto gli uomini" (da La forza dell'esperienza, Arduino Sacco Editore, 2015)
"L'aspettativa e l'eccessiva pretesa verso gli altri è spesso oggetto di delusione" (da La forza dell'esperienza, Arduino Sacco Editore, 2015)